Ama

Riflessione biblica su Marco 12,28-34 registrata per la RAI FVG

Il dialogo fra Gesù e un teologo del suo tempo spicca per la sua sincerità. È un incontro diverso dal solito. In genere chi interroga Gesù vuole metterlo in difficoltà, vuole metterlo all’angolo. Oggi invece niente trappole, niente polemiche, solo uno scriba — un esperto della Legge — che si avvicina a Gesù e gli fa una domanda vera: «Qual è il comandamento più importante?»

Gesù risponde, citando le radici profonde della fede ebraica: «Ascolta, Israele: il Signore nostro Dio è l’unico Signore. Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza. E ama il tuo prossimo come te stesso».

Ama, ama Dio e il tuo prossimo come te stesso. Tutto qui. Ma è un “tutto qui” che ci impegna radicalmente.

Ama. Certo, se ci pensiamo bene, questa parola — “amare, amore” — oggi rischia di sembrare debole, quasi fuori moda, in un tempo in cui vanno di moda la durezza, il sarcasmo, il giudizio facile. Basta guardarsi intorno: nei commenti sui social, nelle chiacchiere da bar, nei dibattiti politici, spesso la voce che si alza di più… è quella dell’odio. E sui social media esiste il termine tecnico “hate speech” discorso di odio, di love speech, discorso d’amore, non ha mai parlato nessuno.

Siamo veloci nel condannare, lenti nell’ascoltare. Più pronti a trovare colpevoli che a cercare ponti. E invece Gesù comincia proprio da lì: Ascolta.

L’amore vero nasce sempre dall’ascolto. Se non ascolto Dio, come posso sapere che Egli mi ama e come posso amarlo? Se non ascolto il mio prossimo, come posso dire di volergli bene?

Poi amare Dio con tutto se stessi — cuore, mente, forza — e amare il prossimo come noi stessi: non sono due comandamenti separati. Sono un’unica via. Perché non possiamo amare Dio che non vediamo, se ignoriamo o disprezziamo le persone che ci vivono accanto.

Lo scriba del nostro racconto lo capisce. E risponde con grande lucidità: «Hai detto bene, Maestro. Amare Dio e il prossimo vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». In pratica: l’amore vale più di ogni rito, più di ogni religiosità formale.

E Gesù gli dice una frase che ci fa riflettere: «Tu non sei lontano dal regno di Dio». Non lontano. Ma non ancora dentro.

Ecco il punto. Quello scriba ha capito, sì. Ma deve ancora fare quel passo decisivo: passare dalla testa al cuore, dalla teoria alla vita. Perché il Vangelo non è solo da comprendere. È da vivere. È una strada da percorrere.

Non nei riti, non nei discorsi, ma nell’amore concreto.

Jens Hansen Mastodon

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